La nascita della Capitaneria di Porto di Viareggio

La Capitaneria di Porto di Viareggio è stata istituita con Regio Decreto 18 agosto 1908 n°540.

L'elevazione di Viareggio a Compartimento Marittimo fu frutto di un lento processo che affondava le radici agli inizi del secolo XIX ed era strettamente legato alla nascita e sviluppo del porto viareggino.

Il porto di Viareggio è nato nel 1819, quando Maria Luisa di Borbone decretò la costruzione della prima darsena, la Darsena Vecchia o Lucca. Come si legge nel decreto, le motivazioni di tale decisione si ricollegavano allo sviluppo delle tradizionali attività marittime: "le molteplici istanze presentateci per la costruzione dei bastimenti nel porto di Viareggio e per la facilità di vararli", la convinzione che in quel porto mancassero assolutamente le attrezzature per "una mano d'opera così rispettabile e di tutto interesse per quella numerosa popolazione". Per questo, l'anno dopo, Maria Luisa di Borbone nominò un Comandante di marinai a Viareggio, assegnando provvisoriamente questo incarico a Ippolito Zibibbi, già Comandante della Piazza militare della città.

In realtà, già nel 1812, durante il principato di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, si ha notizia che lo stesso Ippolito Zibibbi, era stato nominato Comandante del porto. Del medesimo Zibibbi, descritto quale "esuberante e ameno viareggino", si narra che l'anno successivo, il 10 settembre del 1813, quando la squadra navale inglese passò davanti a Viareggio, volle compiere un atto dr spavalderia e sparò una palla di cannone che cadde in acqua. Subito gli inglesi effettuarono lo "sbarco per punire l'atto insolente", ma non trovarono lo Zibibbi che con i suoi uomini si era rifugiato sui monti, e si limitarono a razziare i cannoni. Lo Zibibbi, accusato di tradimento per aver abbandonato la città in mano agli inglesi, fu condannato a morte da Elisa Baciocchi, tuttavia Napoleone gli restituì il grado di comandante e il posto perduto.

Successivamente, il 28 marzo 1816, caduto Napoleone, il tenente colonnello Giuseppe Werklein, governatore militare per le potenze alleate, istituì un "Compagnia Guarda Coste", con lo scopo dichiarato di reprimere il contrabbando marittimo, conservare la macchia del litorale e provvedere al servizio sanitario, ponendovi al comando il capitano Francesco Gianbastiani. La compagnia fu soppressa il 1° febbraio 1818, all'indomani della presa di possesso di Lucca da parte di Maria Luisa di Borbone Parma, che in virtù del Trattato di Vienna divenne duchessa di Lucca.

La città di Viareggio passò successivamente al Granducato di Toscana e poi al Regno d'Italia. Il Corpo delle Capitanerie di Porto, istituito nel 1865, fu presente da subito a Viareggio con un Ufficio Circondariale Marittimo.

Si conoscono i nomi di alcuni Comandanti del Circondario (Ufficiale di Porto Benassi - 1877, Franceschi - 1880, Ottimo - 1902).

I primi anni del Novecento videro il definitivo riconoscimento dell'importanza assunta dallo scalo viareggino nel contesto dell'economia cittadina e versiliese. Furono studiati numerosi progetti di sistemazione del porto di Viareggio, alcuni dei quali interessanti ed innovativi come quello di cui fu relatore, nel 1907, l'onorevole Giovanni Montauti e che prevedeva la realizzazione di un nuovo canale, parallelo all'esistente, che doveva collegare direttamente la vecchia stazione ferroviaria con il bacino dell'avamporto, mediante l'escavazione dell'attuale via Virgilio.

Poi, nel 1908, il Governo riconobbe l'importanza dello scalo viareggino e lo elevò a sede di Capitaneria di Porto. Sfogliando i documenti dell'epoca, si apprende che in data 8 aprile 1908 il Ministro della Marina Mercantile, ammiraglio Mirabello, inviò al Sindaco di Viareggio, Cav. Giorgio Paci, una lettera in cui prospettava la "possibilità di elevare cotesto Ufficio Circondariale a Capitaneria di Porto", in considerazione dell'importanza "sempre crescente di cotesta città nei rapporti delle industrie marittime", ed invitava l'amministrazione comunale a pronunciarsi in merito. Il 30 aprile 1908 il Consiglio Comunale diede "voto adesivo, anzi plaudì" all'elevazione di Viareggio a Capitaneria di Porto, riconoscendo che ciò si doveva anche "all'interessamento e alle energiche premure dell'onorevole Montauti".

Dopo questa deliberazione, il Governo il 14 agosto 1908 approvò il decreto che elevava, a partire dal 1° gennaio 1909, l'ufficio portuale viareggino a Capitaneria di Porto, estendendone la giurisdizione dal torrente Parmignola e fino al confine con il comune di Pisa. Così furono sotto la dipendenza di Viareggio: l'Ufficio Marittimo di Marina di Carrara, la Delegazione del porto di Marina di Massa e l'Ufficio portuale di Forte dei Marmi. La città accolse con soddisfazione la notizia ed il Sindaco Paci scrisse una lettera di ringraziamento all'ammiraglio Mirabello in cui si legge anche "Viareggio, che fu già l'unico porto di un piccolo glorioso Stato; che vide sbarcare sul proprio lido imperatori di Germania e principi di Francia, traendone storica fama; che pur divenendo secondario rimase Capitaneria sotto il granducato toscano; fu dichiarato ufficio circondariale solo per neghittosità....".

Per il 1° gennaio 1909 furono programmate solenni cerimonie con la partecipazione delle Autorità politiche e militari della zona, ma il terremoto che il 28 dicembre 1908 colpì le province di Reggio Calabria e di Messina fece sospendere ogni iniziativa, poiché, fu detto, "qualunque festeggiamento disonorerebbe col lutto e col dolore che oggi affligge l'Italia".

In un manifesto affisso il 30 dicembre 1908 il Sindaco Giorgio Paci comunicò alla cittadinanza che "in questo momento decine e decine di migliaia di infelici languono nella disperazione del terrore e del dolore. Viareggio tutta sente la gravità del momento; sente il dovere suo di fronte a tanta sciagura". Per questo i fondi previsti per le celebrazioni furono devoluti a favore delle vittime della tremenda sciagura ed il 31 dicembre 1908, in forma privata, fu inaugurata la Capitaneria di Porto, con suo primo Comandante il Cav. Lelio Zambri.