Un
po’ in ritardo rispetto agli anni precedenti, complici anche le
elevate temperature del mese di gennaio, ma anche quest’anno è
arrivato il periodo di riproduzione del novellame di anguilla, le
cosiddette “cee”.
Si
tratta di una prelibatezza, il cui consumo, tuttavia, provoca danni
all’ecosistema marino, andando ad incidere sugli esemplari appena
nati di una specie in via di estinzione, protetta da convenzioni e
norme internazionali e nazionali a tutela della fauna marina.
La
Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Viareggio ha intensificato
nei giorni scorsi la propria vigilanza, nell'ambito della costante
attività di controllo sulla filiera della pesca secondo le direttive
della Direzione Marittima di Livorno.
I
militari, anche grazie a preziose segnalazioni pervenute dai
cittadini alla sala operativa, hanno individuato e sequestrato, in
particolare lungo le sponde del canale Burlamacca, diversi attrezzi
artigianali (nasse, cerchiaie, retini a maglia fitta e secchielli)
posizionati in acqua per la raccolta delle anguille, rigettando
immediatamente in mare i pochi esemplari sottomisura catturati (la
taglia minima consentita per la cattura delle anguille è di 25 cm).
L’attenzione
dei militari si è concentrata naturalmente anche su mercati e
ristoranti.
A
tal riguardo, la Guardia Costiera è risalita ad un ristorante di
Lido di Camaiore, dove nelle celle frigorifere è stata rinvenuta una
vaschetta con circa 1 kg di novellame di anguilla (si tratta di
migliaia di esemplari) ancora in vita, del valore commerciale di
circa 400 euro.
Le
sanzioni previste per la pesca di frodo, la detenzione e la
commercializzazione delle “cee” sono di carattere penale:
infatti, il titolare del ristorante è stato deferito all'Autorità
Giudiziaria.
Il
prodotto ittico, vietato ma ricercatissimo, è stato immediatamente
posto sotto sequestro e consegnato al personale dell’Ente Parco
Regionale Migliarino San Rossore per il successivo inserimento presso
l’ “Incubatoio Provinciale dell’Anguilla”, progetto
sperimentale finalizzato al ripopolamento
di questa specie nelle acque interne della Toscana.
La
Capitaneria di porto di Viareggio continuerà nei prossimi giorni la
propria attività di vigilanza a tutela dell’ambiente marino e del
patrimonio ittico.