Agli inizi degli anni '30 si pose il problema di realizzare - a Trieste - una struttura adeguata alle esigenze della nascente aviazione commerciale; infatti, già dal 1926, la S.I.S.A. (1), degli armatori marittimi Fratelli Cosulich, aveva iniziato i voli di linea, con idrovolanti, da Trieste, realizzando il primo servizio regolare di aviazione civile in Italia, che data appunto dal 1° aprile di quell'anno. Quel giorno, infatti, quattro idrovolanti «CANT 10 ter», costruiti dalle Officine Aeronautiche del Cantiere Navale Triestino di Monfalcone, partirono simultaneamente, due da Torino e due da Trieste. Per la verità storica, il primo volo si levò non da Trieste, bensì, causa - guarda caso - la Bora, da Portorose, dove autorità ed invitati vennero trasferiti rapidamente a mezzo automobili. Una lapide, apposta su una parete della piccola costruzione esistente alla radice del Molo Audace, così ricorda lo storico evento: il primo aereo dell'aviazione civile italiana partendo da questo specchio di mare legò Trieste a Torino 1.4.26 - 1.4.56 - Comune di Trieste. Il successivo 20 settembre venne inaugurato il primo «idroscalo», che, in realtà, era un hangar galleggiante, ormeggiato alla radice del Molo Audace, lato Nord, e che venne intitolato ad Oscar Cosulich, annegato pochi mesi prima a Portorose nel tentativo di soccorrere il figlio. Ma l'intensificarsi dell'attività degli idrovolanti imponeva ormai la realizzazione di una struttura specifica. Sembra che l'idea sia maturata nel 1929, in occasione di una visita a Trieste di Italo Balbo, all'epoca Sottosegretario di Stato per l'Aeronautica; venne quindi prevista la realizzazione di un moderno Idroscalo, per conto dei Magazzini Generali, su progetto dei propri tecnici Ing. Pollak - che lo concepì nelle linee generali - ed Ing. Benussi, che ne completò la progettazione dopo la scomparsa del Pollak. L'opera fu realizzata dall'impresa dell'lng. Dante Fornasir. La costruzione, iniziata nell'ottobre del 1931, prevedeva un "hangar" - con 12 porte scorrevoli - lungo 80 metri, largo 35 ed alto 11, che poteva ospitare dodici apparecchi, per sollevare i quali era stata sistemata, sul lato mare, una gru semovente, con un piano di alaggio lungo 22 metri e largo 9 (parzialmente conservato). Sul lato corto, verso Sud, è stata realizzata una palazzina, ospitante le sale di aspetto per i passeggeri, gli uffici e le attrezzature tecniche; la sua facciata principale è decorata da due "geni alati", realizzati in pietra dall'artigiano Mario Gustini, su disegno dello scultore, Franco Asco (Atschko), lo stesso autore dei basso rilievi posti sulla facciata della Stazione Marittima.
(1) Società Italiana Servizi Aerei, nel 1934 assorbita dalla Soc. Aerea Mediterranea, che, a sua volta, nell'ottobre dello stesso anno, confluì, assieme ad altre società, nella neo costituita "Ala Littoria".