Storia Capitaneria di Porto Siracusa

"Avete sentito dire spesso che Siracusa è la più grande e la più bella di tutte le città greche. Quest'affermazione, o giudici, corrisponde a verità. Infatti, per un verso si trova in una posizione ben provvista di difese naturali e magnifica a vedersi da qualunque parte si arrivi, sia da terra che da mare; per l'altro verso ha due porti che si insinuano profondamente nell'abitato, abbracciati come sono degli edifici della città; essi, pur avendo due accessi distinti, nella parte terminale si ricongiungono e confondono le loro acque. Nel punto in cui si congiungono, la zona della città denominata l'isola, che uno stretto braccio di mare separa dalla terraferma, è a essa raccordata da un ponte che assicura i collegamenti." (Cicerone, "Verrine", II 4, 117)

Nella millenaria storia siracusana, dagli anni della fondazione della città lungo i secoli successivi, il mare è da sempre stato un elemento determinante per la città e per i suoi abitanti, un elemento di incontro e scontro. La storia della città è intimamente connessa con la storia del porto, uno dei più suggestivi ripari naturali della Sicilia orientale. Il porto siracusano ha assunto nel tempo una grande rilevanza storica e sociale. I due approdi portuali della città (denominati Porto Grande e Porto Piccolo), rispettivamente  a nord e a sud dell'isola di Ortigia, sono considerati tra i più antichi scali marittimi del Mediterraneo. Meta di arrivi o partenze, si può affermare che il porto di Siracusa sia sempre stato presente nella vita della città.  

Le bontà dell'approdo e la vastità dell'ancoraggio furono certamente determinanti nell'indurre i coloni greci provenienti da Corinto guidati da Archia a scegliere, nel 743 a.C., l'isolotto di Ortigia come approdo. Una volta concluse le battaglie per la conquista del territorio tra i siculi e i greci con la sanguinosa vittoria sull'esercito ateniese guidato da Nicia, combattuta nel porto Grande e sulle rive dei fiumi Ciane e Anapo, il porto aretuseo assunse una crescente importanza che contribuì a rendere il nome della città conosciuto in tutto il mar Mediterraneo. Infatti il porto, sia commercialmente che militarmente, era di fondamentale importanza per espandere conoscenze e commerci e per difendere la città da nuovi invasori. Non a caso infatti le grandi battaglie della città si svolsero principalmente nel mare di Siracusa, come la difesa dai continui assalti dei cartaginesi, al tempo in cui Cartagine bramava la conquista della Sicilia.

Pur al centro, per via della sua posizione centrale nel bacino mediterraneo, dei traffici commerciali marittimi, la città di Siracusa alterna periodi di ripresa al altri di decadenza, soprattutto durante le dominazioni bizantina e araba.

Nel 1865, con il Regio Decreto n° 2438, il Re d'Italia Vittorio Emanuele II, dal Palazzo Pitti di Firenze, al tempo capitale d'Italia, decretava la nascita del "Corpo delle Capitanerie di Porto del Regno d'Italia".  All'atto dell'istituzione del Corpo, la città di Siracusa era la sede di un Circondario Marittimo, dipendente dalla superiore Capitaneria di Porto di Catania, con giurisdizione territoriale compresa tra la città di Siracusa e quella di "Terranova" (antico nome siciliano della città di Gela). Il primo organico del Circondario di Siracusa era  formato da 9 unità:

  • n°1 Ufficiale di Porto di 1ª Classe (Comandante del Porto);
  • n°1 Applicato di Porto;
  • n°1 guardiano di Porto di 2ª Classe;
  • n°4 marinai di Porto di 2ª Classe;
  • n°1 inserviente locale;
  • n°1 amanuense.

Essa era inoltre dotata di uno schelmo a quattro remi per il controllo portuale.

Presente quindi in città sin dall'istituzione del Corpo delle Capitanerie di Porto, il Circondario Marittimo di Siracusa aveva sede nei pressi della villetta Aretusa, sita al Foro Italico, ancora oggi sede dei mezzi navali.

Nel 1876 il regio decreto n.3589 modificava la giurisdizione marittima di Siracusa  (il regio decreto tra l'altro riordina il Corpo delle Capitanerie di Porto). Il Circondario di Siracusa veniva così ridotto tra la città di Siracusa e quella di Pachino mentre il Circondario di Terranova racchiudeva la rimanente parte della Provincia di Siracusa sino al Comune di Gela. Il decreto, inoltre, classificava Siracusa come Ufficio di Sanità Marittima di 1ª Classe  e istituiva le Delegazioni di Porto di Avola, Noto e Marzamemi.

Intorno al 1880 venne completata la banchina sulla la riva occidentale dell'isola di Ortigia ed fu iniziata la realizzazione del molo Zanagora. Pochi anni più tardi, nel 1892, fu concluso l'allargamento della banchina che diede origine al piazzale denominato successivamente "IV novembre"  e contemporaneamente fu posizionato il tronco ferroviario aprendo così la stazione marittima. In quel periodo Siracusa era servita da diverse linee postali sulle tratte Napoli – Siracusa - Malta- Tripoli ed altre minori su Palermo- Siracusa – Malta e Palermo- Siracusa. Nel 1895 veniva istituita la linea diretta con Malta.

Alla fine del XIX secolo furono riempiti i canali che, oltre alla darsena, mettevano in comunicazione le acque del porto Piccolo con quelle del porto Grande. Tale opera, motivata da ragioni igienico-sanitari, in quanto i fossati erano in stato di abbandono e ricettacolo di rifiuti, in realtà scaturiva dalla necessità di favorire l'estendersi della città sulla terraferma nei nuovi quartieri di S. Antonio e Santa Lucia. Il conseguente mancato deflusso delle acque divenne concausa dell'insabbiamento del porto Grande, motivo che ancora oggi ne condiziona la piena operatività.

Nel 1908 il regio decreto n. 540 istituiva i nuovi Compartimenti Marittimi di Viareggio, Torre del Greco, Salerno, Brindisi, Chioggia e Siracusa. L'art. 7 del predetto R.D. delimitava la giurisdizione del nuovo Compartimento Marittimo di Siracusa sulla costa di tutta l'omonima provincia fra i confini dei comuni estremi di Augusta e Vittoria inclusi. Inoltre, il Compartimento di Siracusa comprendeva l'Ufficio Locale di Pozzallo e le Delegazioni di Spiaggia di Avola, Calabernardo (Noto), Marzamemi, Donnalucata, Mazzarelli (Ragusa), Puntasecca e l'Ufficio di Porto di Scoglitti.

Con i primi anni del nuovo secolo si intravedeva un risveglio commerciale del porto: il movimento delle merci raggiunse la quota delle 100 mila tonnellate annue mentre il movimento passeggeri circa 8 mila unità. Tale rinascita commerciale favorì una serie di progetti per lo sviluppo e l'ammodernamento dello scalo e nel 1904 venne studiato il piano regolatore del porto che,  approvato nel 1909,  prevedeva la realizzazione di un grande molo sporgente a S. Antonio e una serie di interventi minori rimasti inattuati.

La guerra italo-turca, detta anche guerra di Libia o campagna di Libia, combattuta tra il settembre 1911 e l'ottobre del 1912, aveva visto il Corpo delle Capitanerie di Porto impegnato nelle operazioni preliminari di imbarco di uomini e di materiali e nell'organizzazione dello sbarco sulla costa africana con reparti aggregati al corpo di spedizione italiano. Il porto di Siracusa durante il conflitto italo-turco accrebbe il traffico mercantile di uomini e merci grazie all'istituzione di rilevanti collegamenti tra la città aretusea e le regioni libiche costiere: la tripolitania e la cirenaica. Nel 1912, infatti, erano ben due le corse settimanali tra Siracusa e Tripoli con un servizio combinato ferroviario e marittimo.

La Prima Guerra mondiale fece registrare una drastica flessione del traffico commerciale (dalle 198 mila tonnellate del 1914 alle 67mila tonnellate del 1918). Tuttavia, Siracusa, per ordine dei governi degli Stati alleati, grazie alla sua posizione centrale nel Mediterraneo, divenne scalo di tutte le navi mercantili in transito e provenienti da Oriente.

Nel 1920 avvenne una ripresa economica e portuale con la formazione del "Comitato pro porto", tuttavia i lavori per il completamento del molo S. Antonio non trovarono attuazione. Il traffico portuale era in ripresa nel 1925: si toccano cifre record per il traffico viaggiatori (65 mila  unità l'anno) e anche le merci, che sono quelle legate all'economia siracusana, aumentarono i commerci. Si esportavano asfalto,agrumi e carrubi. Al molo S. Antonio veniva commercializzata la pece, mentre i commercianti delle arance in botti usavano il molo Zanagora. Il Canale della Darsena era, invece, riservato al commercio dell'ortofrutta e alla pesca locale. Le bucce di arancia in salamoia nei barili venivano spedite in Inghilterra e in Germania, e spesso anche negli Stati Uniti, dove si usavano per fare le marmellate.

La crisi economica del '29 ebbe ripercussioni anche nei commerci siracusani con una flessione del traffico merci e passeggeri, ma nonostante ciò vennero istallate due nuove gru e nel 1933 venne inaugurata la nuova stazione marittima, oggi sede della Capitaneria di Porto, nel Piazzale IV Novembre, seguita dalla costruzione dell'edificio della Dogana.

 

La guerra d'Africa (1935-36) vide il porto siracusano impegnato nell'imbarco di truppe e dei rifornimenti verso il fronte etiopico. Ma la guerra fece precipitare i traffici poiché le necessità militari imposero movimenti di navi in convogli scortati da unità da guerra.

Lo sbarco degli alleati fece del porto una base logistica, anche aveva subito danni durante i i bombardamenti.

Con la fine del secondo conflitto mondiale, si ebbe una drastica riduzione dei traffici di merci e passeggeri. La prevalenza del mezzo ferroviario rispetto quello marittimo nel traffico mercantile e la crisi della navigazione di linea con le corse per Tripoli ed Alessandria ridotte ormai ad un solo scalo ogni dieci giorni soppiantata dal traffico aereo furono alcune delle motivazioni che determinarono la decadenza del porto aretuseo.

Il 18 agosto del 1960 giunse a Siracusa la nave scuola della Marina Militare "Amerigo Vespucci". Proveniente dalla Grecia, il "Vespucci" sbarca sul piazzale della Capitaneria di Porto la fiaccola destinata ai Giochi Olimpici di Roma.

Negli anni '90, l'apertura ai traffici del porto di Pozzallo, scalo portuale al servizio dell'economia iblea, la costruzione del nuovo porto commerciale di Augusta, il rilancio di Catania quale emporio di respiro internazionale, hanno segnato il destino del porto siracusano, limitato a soli traffici pescherecci, turistici e diportistici.

Il futuro del porto di Siracusa è oggi puntato sul rilancio in senso turistico e peschereccio. In quest'ottica si sta cercando di far convergere gli interessi e gli interventi degli enti che, a diverso titolo, possono contribuire alla rinascita portuale (Comune, Provincia Regionale, Camera di Commercio, gli operatori portuali, categorie imprenditoriali e commerciali). E' in corso, peraltro, la riqualificazione delle banchine del Porto Grande e la realizzazione, all'interno dello stesso, di un porto turistico, denominato "Marina di Archimede", capace di 600 posti barca.

E immediatamente a Sud del Porto Grande, nel 2004, è stata istituita  l'Area Marina Protetta del Plemmirio, ubicata nell'estrema punta orientale della Penisola della Maddalena, che comprende una vasta e meravigliosa area marittima compresa tra Punta Castelluccio e Punta Milocca.