LA STORIA DEL CORPO

Il 20 luglio 1865 con Decreto istitutivo a firma del re Vittorio Emanuele II, nasce il Corpo delle Capitanerie di Porto, frutto della fusione dei preesistenti Corpi di Stato Maggiore dei Porti e dei Consoli di Marina: militare il primo, con attribuzioni di carattere tecnico e nautico, civile il secondo, con funzioni amministrative. A livello centrale, per decenni, il Corpo era alle dipendenze del Ministero della Marina, che all'epoca era competente sia per la Marina da guerra sia per quella mercantile. L'evoluzione della navigazione, sul finire dell'Ottocento, conduce ad un incremento delle funzioni del Corpo, determinando l'apertura di numerosi uffici. Nel 1910, per far fronte ad un ampliamento di funzioni e ad una conseguente maggiore complessità amministrativa, è istituito l'Ispettorato Generale delle Capitanerie. La guerra di Libia del 1911-12, la nascita di industrie e la crescente dipendenza del paese dalle importazioni via mare dimostrano quanto fossero importanti la funzione dei porti e il ruolo delle Capitanerie. In occasione del coinvolgimento dell'Italia nella I Guerra mondiale, il personale viene militarizzato e nel 1923 il Corpo è incluso definitivamente nella Regia Marina, assumendo la fisionomia attuale. Durante la guerra le Capitanerie prestarono la loro opera nell'organizzazione dei servizi portuali ai fini bellici: in particolare si ricorda il supporto logistico per il salvataggio dell'esercito serbo sconfitto e il suo traghettamento dalle coste albanesi a quelle pugliesi. Sin dalla fine dell'ottocento il Corpo ha anche avuto parte attiva nella organizzazione delle colonie, creando una rete di uffici in quei territori, con una specifica normativa per l'oltremare, rispettosa degli usi locali. Durante il secondo conflitto mondiale, sin dall'inizio delle ostilità, i porti sono stati tra gli obiettivi principali dei bombardamenti nemici per il loro valore strategico. In questo complesso contesto storico, il personale del Corpo verrà insignito di 186 ricompense al Valor militare, per le eroiche azioni condotte nel corso della guerra. Nel 1946, al termine delle ostilità è istituito il Ministero della Marina Mercantile, nato anche per meglio promuovere la ricostruzione dei porti e della flotta mercantile. Successivamente, nel 1962, per adempiere a obblighi internazionali, l'Italia costituisce un'organizzazione dedicata al soccorso in mare, dotando le Capitanerie dei primi mezzi nautici idonei. Negli anni '60 e '70 inizia un vigoroso sviluppo delle attività produttive e un conseguente benessere economico al quale si accompagna la "scoperta" del mare per attività turistiche e ricreative. Nel 1982 è emanata la legge sulla Difesa del mare che affida al Ministero della Marina Mercantile la tutela delle coste e dell'ambiente marino. Tale legge consente l'incremento delle attività delle Capitanerie, dotate di nuovi mezzi nautici ed aerei, tanto che, con decreto interministeriale 8 giugno 1989, i reparti operativi verranno identificati come "Guardia Costiera". Nel 1990 e 1991 sono stati rideterminati gli organici del Corpo e nel 1994, l'Ispettorato Generale è stato costituito in Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, attualmente retto dall'Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Giovanni PETTORINO. Il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera svolge prevalentemente compiti relativi agli usi civili del mare ed è collocato funzionalmente ed organizzativamente nell'ambito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al quale si riconducono i compiti istituzionali relativi alle funzioni della "salvaguardia della vita umana in mare" e della "sicurezza della navigazione". Il Corpo, inoltre, opera in regime di dipendenza funzionale dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che si avvalgono della sua organizzazione e delle sue competenze. Quale Corpo della Marina Militare, esercita, in regime di concorso, funzioni di ordine militare stabilite dalla legge. Le Capitanerie, con la componente operativa di Guardia Costiera, garantiscono il soccorso in mare in qualsiasi condizione, anche estrema. Oltre alla salvaguardia della vita umana in mare e alla sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, tra le competenze si annoverano anche la tutela dell'ambiente marino, l'attività di vigilanza sull'intera filiera della pesca marittima, dalla tutela delle risorse a quella del consumatore finale per la nutrizione del pianeta, nonché le ispezioni sul naviglio nazionale mercantile, da pesca e da diporto. A supporto di tutte le attività istituzionali, il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera si è dotato di apparati ad alta tecnologia per il monitoraggio del traffico mercantile e da pesca, distribuiti nei diversi centri di controllo lungo le coste nazionali. In questi anni sono stati anche portati a termine i programmi di potenziamento della componente aeronavale del Corpo. Questi opera con la forza dell'impegno che – oggi come allora – consacra la vera essenza e la spiritualità dell'animus che da centocinquant'anni ne sorregge e illumina la storia. Oggi l'organico delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera consta di 11.000 uomini e donne, distribuiti capillarmente sul territorio, con oltre 300 sedi e più di 400 mezzi navali ed aerei, necessari per operare nei 500.000 km2 di area marittima di responsabilità per la ricerca e soccorso in mare. All'interno di tale organizzazione, la Capitaneria di Porto di Roma ha come ambito di competenza il porto interno di Fiumicino che, con le sue strutture, propende verso l'entroterra e si sviluppa lungo le sponde banchinate del tratto terminale del canale navigabile, prolungamento verso il mare dell'antica Fossa Traianea. La denominazione Fiumicino risale all'incirca all'XI secolo ed il termine ha origine dal toponimo foce micina cioè foce piccola rispetto all'antica fossa. La superficie dello scalo attuale, in età classica romana, ospitava il porto di Claudio ed il porto di Traiano che rifornivano la capitale dell'impero. Nel 2002 il porto ha concorso alla nascita del network portuale del Lazio, insieme ai porti di Gaeta e Civitavecchia, entrando nella sfera di competenza dell'autorità portuale di quest'ultima. Il porto è compreso tra il ponte elevabile e la foce, per una lunghezza di 1,2 km e una larghezza variabile che arriva a 65 metri in corrispondenza dei due moli, ed è organizzato in maniera efficiente e moderna, in particolare:

  • le imbarcazioni, specie quelle da diporto, sono posizionate lungo i 7,7 km del canale navigabile;
  • sulla piccola darsena, inclusa nell'area portuale e allungata su un molo di 600 metri sulla foce del fiume, si affaccia l'Isola Sacra dove sono presenti le basi navali della Capitaneria di Porto, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato;
  • le banchine interne del porto canale sono occupate dalla flotta pescherecci d'altura, che si compone di motopescherecci, turbosoffianti e imbarcazioni per la piccola pesca, storicamente una delle flotte più attive della penisola con oltre 2000 tonnellate di pescato ogni anno, che consente al porto di Fiumicino di piazzarsi ai primi posti in Italia come quantità di pescato.
  • i traffici petroliferi costituiscono una parte rilevante delle attività portuali, soprattutto per la contiguità con la Raffineria di Roma e con i due terminal off shore, che rendono il porto il principale canale di assorbimento del fabbisogno petrolifero laziale;
  • lungo la sponda sinistra sono presenti gli ormeggi che consentono l'operatività di navi veloci e ro-pax, mentre la restante estensione della banchina interna è utilizzata dai catamarani.

Queste sono le principali ragioni per le quali il porto di Fiumicino, così profondamente legato al litorale tirrenico, risulti uno dei punti strategici più importanti dell'intero Paese.

​​​Porto di Fiumicino

Il porto di Fiumicino è un porto canale, che si sviluppa lungo le sponde banchinate del tratto terminale del canale navigabile ottenuto col prolungamento verso il mare dell'antica fossa traianea. Si tratta quindi di un porto interno che si addentra con le sue strutture nel retroterra e non verso il mare (come avviene normalmente). Nel 2002 il porto di Fiumicino ha concorso alla nascita del Network portuale del Lazio, insieme ai porti di Gaeta e Civitavecchia, entrando a far parte dell'ambito di competenza dell'autorità portuale di quest'ultima. Il porto di Fiumicino è un importante scalo per i pes​cherecci. Tra le attività più importanti dello scalo vi è sicuramente il diporto e la movimentazione di rinfuse e prodotti petroliferi, anche in virtù della contiguità con la Raffineria di Roma e con i due terminal off shore.

Storia

Lo stretto legame con il Tevere e il Tirreno ha permesso lo sviluppo dell'attività portuale. Nell'antica età classica romana, dove oggi si erge lo scalo, si insediavano il porto di Cla​udio ed il porto di Traiano che rifornivano la capitale dell'impero. L'attuale nome Fiumicino ha origine dal toponimo foce micina (foce piccola), riferito alla fossa traiana. La denominazione risale all'incirca all'XI secolo.

Caratteristiche del porto

Nonostante le imbarcazioni (specialmente quelle da diporto) siano situate lungo tutti i 7,7 km del canale navigabile, il porto vero e proprio è quello compreso tra il ponte elevabile e la foce, per una lunghezza di 1,2 km e una larghezza variabile (massimo 65 metri in corrispondenza dei due moli). L'area portuale include una piccola darsena che si apre su un molo lungo 600 metri sulla foce del fiume. Sulla darsena si affaccia l'Isola Sacra, dove sono presenti le basi navali della Capitaneria di porto, della Gu​ardia di Finanza e della Polizia​ di​ Stato. Le banchine interne del porto canale sono occupate dalla flotta pescherecci, dai mezzi di servizio dei terminali off shore e dai natanti delle forze pubbliche. Lungo la sponda di sinistra sono stati realizzati dall'autorità portuale degli ormeggi che consentono l'operatività di navi veloci e ro-pax. Il resto della banchina interna viene invece utilizzato dai catamarani e dai traghetti che effettuano i collegamenti con le isole pontine.

​I traffici del porto

La vicinanza con l'aeroporto di Fiumicino e con la città di Roma ha agevolato lo sviluppo del traffico passeggeri di un piccolo porto come quello di Fiumicino nelle attività di diporto. Per quanto riguarda le merci, i traffici petroliferi costituiscono oltre il 50% delle attività portuali, rendendo lo scalo di Fiumicino il principale canale di assorbimento del fabbisogno petrolifero lazia​le. Per il petrolio si utilizzano i due scali off shore al largo del porto di Fiumicino, collegati a terra per mezzo di altrettante Sea line che alimentano una stazione di accumulo e rilancio. Le torri petrolifere sono collegate tra loro mediante un oleodotto. L'altra attività caratterizzante del porto di Fiumicino è sicuramente la pesca. Settore di impronta da sempre artigianale e familiare, la pesca permette al porto di Fiumicino di piazzarsi ai primi posti in Ita​lia come quantità di pescato. La flotta pescherecci si compone di motopescherecci, turbosoffianti e imbarcazioni per la piccola pesca, ed è storicamente una delle flotte più attive della penisola con oltre 2000 tonnellate di pescato ogni anno.

ISTITUZIONE DI COMPAMARE ROMA

Il Compartimento Marittimo di Roma nasce nel 1936, sostituendosi al precedente Circondario marittimo, quando Roma stava per diventare la capitale eletta di un più vasto impero d'oltremare.