Nella giornata di ieri sono terminate, dopo poco meno di un mese di intenso lavoro, le operazioni di recupero del relitto del "CA' MORO", il ristorante galleggiante affondato agli ormeggi della Darsena vecchia del porto di Livorno.

L'affondamento, avvenuto lo scorso 20 agosto, destò la generale commozione dell'opinione pubblica, in quanto il ristorante era gestito dalla cooperativa il Parco del Mulino per finalità d'inclusione sociale e stimolò una gara di solidarietà che vide concretizzarsi una serie di iniziative per la raccolta di fondi necessari alla rinascita di analoga attività, perché purtroppo, per il Ca' Moro, non c'era più nulla da fare.

Le attività di rimozione del relitto, iniziate lo scorso 31 gennaio a seguito di numerosi e preliminari tavoli tecnici, hanno visto la collaborazione di alcuni dei principali operatori portuali che, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto labronica guidata dall'Ammiraglio Angora, hanno messo a disposizione, anche filantropicamente, le loro professionalità al fine di eliminare il pericolo per la sicurezza della navigazione portuale e per l'ambiente marino.

Le complesse operazioni, che presentavano numerose problematiche tecniche legate sia alla posizione dell'imbarcazione che alle potenziali conseguenze ambientali laddove non fosse stata eseguita una completa bonifica dell'area dai detriti, sono state portate a termine con successo grazie all'impegno degli uomini e dei mezzi della Soc. Tito Neri, della Soc. Labromare e della Soc. Subsea Livorno con la direzione dei lavori assunta dalla Soc. STILM dell'Ing. Launaro.

Al fine di garantire la sicurezza delle attività, l'Autorità Marittima ha emanato, prima dell'inizio dei lavori, specifica ordinanza per interdire l'area portuale interessata, assicurando, in tal modo, che non vi fossero interferenze da parte delle altre attività portuali con le operazioni svolte dalle varie maestranze impiegate.

A tale riguardo, fanno sapere dalla Capitaneria, un plauso particolare va rivolto al locale ceto peschereccio che ha dovuto necessariamente spostare alcune barche da pesca e continuare a svolgere il proprio lavoro pur in concomitanza dei vicini lavori in corso tollerandone, con grande senso di responsabilità, i conseguenti disagi.

Analogo ringraziamento è rivolto alla Guardia di Finanza, ai Vigili del Fuoco e alla Polizia Penitenziaria che hanno dovuto spostare i gavitelli di ormeggio delle proprie unità maggiori per consentire una maggiore manovrabilità al pontone e alla gru e che non hanno fatto mancare il proprio supporto per la buona riuscita delle operazioni.

Durante l'intera durata dei lavori, il Nucleo nostromi della Guardia Costiera ha assicurato una continua attività di vigilanza e controllo che, nell'assicurare la giusta tutela alla cornice di sicurezza delle operazioni in corso, ha effettuato un continuo monitoraggio ambientale allo scopo di scongiurare il rischio di effetti impattanti per l'ecosistema marino.

Nella prima fase i lavori si sono concentrati nel recupero della parte emersa dell'unità, per poi proseguire con la rimozione della parte affondata che i sommozzatori hanno dovuto sezionare prima di portare a galla e poi a secco. Successivamente lo scafo e i materiali residui recuperati sia in galleggiamento che sui fondali del porto sono stati differenziati e avviati in discarica come rifiuti speciali.

Di non minore rilievo è stato anche il risultato di rendere nuovamente fruibile un tratto di banchina assolutamente strategico per non limitare l'operatività dello scalo labronico.

"L'attività è stata portata a termine con successo e professionalità grazie alla sinergia di tutti gli operatori portuali, Istituzioni pubbliche - tra cui non posso non sottolineare il determinante contributo del Comune di Livorno, con in prima linea il sindaco Luca Salvetti, e dell'Autorità di Sistema Portuale - e soggetti privati - menzione particolare per il Cav. Piero Neri e per il sig. Enrico Cafferata - i quali, animati da comune spirito solidale, hanno profuso il massimo impegno per aiutare la cooperativa Parco del mulino in un gravoso compito che da sola non sarebbe stata in grado di sostenere." Questo il commento dell'Ammiraglio Angora, che ha concluso auspicando "di rivedere presto all'opera, con il coinvolgente sorriso che li contraddistingue, i tanti ragazzi che si davano da fare in questa encomiabile e appassionata realtà lavorativa".


23/02/2022 Livorno

Nella giornata di ieri sono terminate, dopo poco meno di un mese di intenso lavoro, le operazioni di recupero del relitto del "CA' MORO", il ristorante galleggiante affondato agli ormeggi della Darsena vecchia del porto di Livorno.

L'affondamento, avvenuto lo scorso 20 agosto, destò la generale commozione dell'opinione pubblica, in quanto il ristorante era gestito dalla cooperativa il Parco del Mulino per finalità d'inclusione sociale e stimolò una gara di solidarietà che vide concretizzarsi una serie di iniziative per la raccolta di fondi necessari alla rinascita di analoga attività, perché purtroppo, per il Ca' Moro, non c'era più nulla da fare.

Le attività di rimozione del relitto, iniziate lo scorso 31 gennaio a seguito di numerosi e preliminari tavoli tecnici, hanno visto la collaborazione di alcuni dei principali operatori portuali che, sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto labronica guidata dall'Ammiraglio Angora, hanno messo a disposizione, anche filantropicamente, le loro professionalità al fine di eliminare il pericolo per la sicurezza della navigazione portuale e per l'ambiente marino.

Le complesse operazioni, che presentavano numerose problematiche tecniche legate sia alla posizione dell'imbarcazione che alle potenziali conseguenze ambientali laddove non fosse stata eseguita una completa bonifica dell'area dai detriti, sono state portate a termine con successo grazie all'impegno degli uomini e dei mezzi della Soc. Tito Neri, della Soc. Labromare e della Soc. Subsea Livorno con la direzione dei lavori assunta dalla Soc. STILM dell'Ing. Launaro.

Al fine di garantire la sicurezza delle attività, l'Autorità Marittima ha emanato, prima dell'inizio dei lavori, specifica ordinanza per interdire l'area portuale interessata, assicurando, in tal modo, che non vi fossero interferenze da parte delle altre attività portuali con le operazioni svolte dalle varie maestranze impiegate.

A tale riguardo, fanno sapere dalla Capitaneria, un plauso particolare va rivolto al locale ceto peschereccio che ha dovuto necessariamente spostare alcune barche da pesca e continuare a svolgere il proprio lavoro pur in concomitanza dei vicini lavori in corso tollerandone, con grande senso di responsabilità, i conseguenti disagi.

Analogo ringraziamento è rivolto alla Guardia di Finanza, ai Vigili del Fuoco e alla Polizia Penitenziaria che hanno dovuto spostare i gavitelli di ormeggio delle proprie unità maggiori per consentire una maggiore manovrabilità al pontone e alla gru e che non hanno fatto mancare il proprio supporto per la buona riuscita delle operazioni.

Durante l'intera durata dei lavori, il Nucleo nostromi della Guardia Costiera ha assicurato una continua attività di vigilanza e controllo che, nell'assicurare la giusta tutela alla cornice di sicurezza delle operazioni in corso, ha effettuato un continuo monitoraggio ambientale allo scopo di scongiurare il rischio di effetti impattanti per l'ecosistema marino.

Nella prima fase i lavori si sono concentrati nel recupero della parte emersa dell'unità, per poi proseguire con la rimozione della parte affondata che i sommozzatori hanno dovuto sezionare prima di portare a galla e poi a secco. Successivamente lo scafo e i materiali residui recuperati sia in galleggiamento che sui fondali del porto sono stati differenziati e avviati in discarica come rifiuti speciali.

Di non minore rilievo è stato anche il risultato di rendere nuovamente fruibile un tratto di banchina assolutamente strategico per non limitare l'operatività dello scalo labronico.

"L'attività è stata portata a termine con successo e professionalità grazie alla sinergia di tutti gli operatori portuali, Istituzioni pubbliche - tra cui non posso non sottolineare il determinante contributo del Comune di Livorno, con in prima linea il sindaco Luca Salvetti, e dell'Autorità di Sistema Portuale - e soggetti privati - menzione particolare per il Cav. Piero Neri e per il sig. Enrico Cafferata - i quali, animati da comune spirito solidale, hanno profuso il massimo impegno per aiutare la cooperativa Parco del mulino in un gravoso compito che da sola non sarebbe stata in grado di sostenere." Questo il commento dell'Ammiraglio Angora, che ha concluso auspicando "di rivedere presto all'opera, con il coinvolgente sorriso che li contraddistingue, i tanti ragazzi che si davano da fare in questa encomiabile e appassionata realtà lavorativa".


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