IN TEMPI di mareggiate, con i pescherecci bloccati in porto, impensabile di­sporre di tanto pesce nostra­no per la delizia dei palati. E' quello che hanno pensa­to i militari del Nucleo Ispettivo Pesca della Capita­neria di Porto - Guardia Co­stiera della Spezia insieme agli ispettori dell'Asl 5 pre­posti alla sicurezza alimen­tare alla vista del banco di una pescheria. La valutazio­ne sommaria ha innescato una verifica in profondità e a tutto campo, anche nel re­trobottega, all'esercizio commerciale. Obiettivo: la tutela del consumatore. Ri­sultato: sospensione dell'at­tività commerciale e sanzione di 7500 euro. Una stangata. E' la conseguenza delle violazioni accertate, a co­minciare dalla vendita con... l'inganno. «L'ACQUIRENTE veni­va indotto in errore, me­diante l'etichettatura appo­sta, circa le caratteristiche (identità, provenienza, me­todo di produzione e quali­tà di vari prodotti ittici esposti per la vendita)» vie­ne spiegato in una nota del­la Capitaneria di Porto. L'etichettatura era infatti fuorviante. Esempi: sgom­bri etichettati per come «la­certi locali», branzini e ora­te allevati in Italia etichetta­ti come «locali», filetti sala­ti di molva etichettati «filet­ti di baccalà». In altri casi invece il pesce è risultato privo della documentazio­ne riguardante la tracciabili­tà imposta dalla legge a tute­la del consumatore. Infine sono state accertate «nume­rose e gravi violazioni» in materia igienico sanitaria ri­guardanti le condizioni dei locali, le attrezzature e la conservazione degli alimen­ti. Un quadro d'insieme che ha fatto scattare, come detto, la sospensione dell'at­tività commerciale e, paral­lelamente, il sequestro di derrate alimentari non ido­nee al consumo umano. Alla fine è scattata anche la san­zione amministrativa, 7500 euro di multa. La pescheria ha ora possibilità di pro­muovere ricorso.

11/11/2014 La Spezia Eventi

IN TEMPI di mareggiate, con i pescherecci bloccati in porto, impensabile di­sporre di tanto pesce nostra­no per la delizia dei palati. E' quello che hanno pensa­to i militari del Nucleo Ispettivo Pesca della Capita­neria di Porto - Guardia Co­stiera della Spezia insieme agli ispettori dell'Asl 5 pre­posti alla sicurezza alimen­tare alla vista del banco di una pescheria. La valutazio­ne sommaria ha innescato una verifica in profondità e a tutto campo, anche nel re­trobottega, all'esercizio commerciale. Obiettivo: la tutela del consumatore. Ri­sultato: sospensione dell'at­tività commerciale e sanzione di 7500 euro. Una stangata. E' la conseguenza delle violazioni accertate, a co­minciare dalla vendita con... l'inganno. «L'ACQUIRENTE veni­va indotto in errore, me­diante l'etichettatura appo­sta, circa le caratteristiche (identità, provenienza, me­todo di produzione e quali­tà di vari prodotti ittici esposti per la vendita)» vie­ne spiegato in una nota del­la Capitaneria di Porto. L'etichettatura era infatti fuorviante. Esempi: sgom­bri etichettati per come «la­certi locali», branzini e ora­te allevati in Italia etichetta­ti come «locali», filetti sala­ti di molva etichettati «filet­ti di baccalà». In altri casi invece il pesce è risultato privo della documentazio­ne riguardante la tracciabili­tà imposta dalla legge a tute­la del consumatore. Infine sono state accertate «nume­rose e gravi violazioni» in materia igienico sanitaria ri­guardanti le condizioni dei locali, le attrezzature e la conservazione degli alimen­ti. Un quadro d'insieme che ha fatto scattare, come detto, la sospensione dell'at­tività commerciale e, paral­lelamente, il sequestro di derrate alimentari non ido­nee al consumo umano. Alla fine è scattata anche la san­zione amministrativa, 7500 euro di multa. La pescheria ha ora possibilità di pro­muovere ricorso.

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“La Spezia: intervento lampo sventa affondamento di uno yacht di 22 mt ed il conseguente inquinamento in mare. Nessun ferito."

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