​"Pre-clearing" è un progetto che prevede la possibilità di comunicare in anticipo alla dogana i dati sulle merci, prima dell'arrivo della nave al porto, permettendo di ri­durre notevolmente i tempi dello sdoganamento e anti­cipando le questioni buro­cratiche ad esso legate. I pri­mi in Italia ad avviare nel febbraio del 2014 questa sperimentazione di sdoga­namento anticipato sono stati i porti liguri della Spe­zia e di Genova. "Prima le na­vi arrivavano in porto e pre­sentavano alla dogana tutta la documentazione neces­saria per il deposito del ma­teriale - spiega il coman­dante Riccardo Cavarra -, adesso questo avviene pri­ma che il carico parta. La qualità dei controlli nei por­ti di partenza è difatti au­mentata e se la merce di­chiarata dallo spedizioniere non subisce variazioni e non ci sono scali intermedi da parte della nave, il carico giunto a destinazione non potrà che essere identico a quello partito. Il ruolo della Capitaneria di porto è proprio quello di monitorare totalmente il viaggio della nave. Dal febbraio del 2014 ad oggi i nostri operatori hanno impiegato in questa attività oltre dieci mila ore. Il monitoraggio viene garan­tito attraverso il sistema Pelagus, ideato dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Questo sistema è per altro stato pensato e perfe­zionato dal comandante Giuseppe Aulicino, che ha ricoperto l'incarico anche alla Spezia". Prima di questa innovazione, un container rimaneva nell'area di sosta portuale per oltre cinque giorni lavorativi. Grazie allo sdoganamento anticipato è stato possibile dimezzare questa sosta, che si è ridotta a meno di tre giorni. "Il van­taggio è evidente - prosegue -, accelerare i tempi e "sbu­rocratizzare" le pratiche si­gnifica fare in modo che il cliente riceva prima la mer­ce. È chiaro come in questo modo aumenti anche la competitività del nostro porto. La possibilità di scari­care subito i container e di consegnare il materiale agli spedizionieri, aumenta vir­tualmente lo spazio portua­le". A distanza di oltre un anno sono in totale quindici i porti italiani che hanno aderito a questo progetto. Il ruolo del­la Capitaneria di porto della Spezia è anche quello di mettere a disposizione la propria esperienza a tutte le realtà nazionali, collaboran­do direttamente con il co­mando generale e aiutando gli altri porti che hanno av­viato successivamente il co­siddetto pre-clearing. In questo anno di speri­mentazione l'adesione è stata esponenziale. Ini­zialmente le compagnie di navigazione aderenti erano due o tre, oggi sono una decina. Nel 2013 i pre-clearing totali sono stati 181, mentre da gen­naio ad oggi, in poco più di due mesi, ben 55. Nel primo anno su oltre 114 mila container sbar­cati, 37 mila sono stati sdoganati anticipata­mente. Prima il pre-clea­ring avveniva soltanto con i porti dei paesi non esteri o extracomunitari, specialmente con l'Egit­to, la Francia, la Grecia e la Spagna; nei mesi succes­sivi hanno invece iniziato a farne richiesta anche i porti nazionali. "Questa tecnologia è stata pensa­ta per garantire la sicu­rezza della navigazione per fini commerciali. Gli operatori portuali e gli addetti ai lavori sono en­tusiasti e pronti a chiede­re ulteriori implementa­zioni del sistema, come l'estensione anche nel caso in cui la nave faccia uno scalo intermedio. È in corso uno studio per cercare di accontentare questa richiesta", con­clude Cavarra.

11/03/2015 La Spezia

​"Pre-clearing" è un progetto che prevede la possibilità di comunicare in anticipo alla dogana i dati sulle merci, prima dell'arrivo della nave al porto, permettendo di ri­durre notevolmente i tempi dello sdoganamento e anti­cipando le questioni buro­cratiche ad esso legate. I pri­mi in Italia ad avviare nel febbraio del 2014 questa sperimentazione di sdoga­namento anticipato sono stati i porti liguri della Spe­zia e di Genova. "Prima le na­vi arrivavano in porto e pre­sentavano alla dogana tutta la documentazione neces­saria per il deposito del ma­teriale - spiega il coman­dante Riccardo Cavarra -, adesso questo avviene pri­ma che il carico parta. La qualità dei controlli nei por­ti di partenza è difatti au­mentata e se la merce di­chiarata dallo spedizioniere non subisce variazioni e non ci sono scali intermedi da parte della nave, il carico giunto a destinazione non potrà che essere identico a quello partito. Il ruolo della Capitaneria di porto è proprio quello di monitorare totalmente il viaggio della nave. Dal febbraio del 2014 ad oggi i nostri operatori hanno impiegato in questa attività oltre dieci mila ore. Il monitoraggio viene garan­tito attraverso il sistema Pelagus, ideato dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Questo sistema è per altro stato pensato e perfe­zionato dal comandante Giuseppe Aulicino, che ha ricoperto l'incarico anche alla Spezia". Prima di questa innovazione, un container rimaneva nell'area di sosta portuale per oltre cinque giorni lavorativi. Grazie allo sdoganamento anticipato è stato possibile dimezzare questa sosta, che si è ridotta a meno di tre giorni. "Il van­taggio è evidente - prosegue -, accelerare i tempi e "sbu­rocratizzare" le pratiche si­gnifica fare in modo che il cliente riceva prima la mer­ce. È chiaro come in questo modo aumenti anche la competitività del nostro porto. La possibilità di scari­care subito i container e di consegnare il materiale agli spedizionieri, aumenta vir­tualmente lo spazio portua­le". A distanza di oltre un anno sono in totale quindici i porti italiani che hanno aderito a questo progetto. Il ruolo del­la Capitaneria di porto della Spezia è anche quello di mettere a disposizione la propria esperienza a tutte le realtà nazionali, collaboran­do direttamente con il co­mando generale e aiutando gli altri porti che hanno av­viato successivamente il co­siddetto pre-clearing. In questo anno di speri­mentazione l'adesione è stata esponenziale. Ini­zialmente le compagnie di navigazione aderenti erano due o tre, oggi sono una decina. Nel 2013 i pre-clearing totali sono stati 181, mentre da gen­naio ad oggi, in poco più di due mesi, ben 55. Nel primo anno su oltre 114 mila container sbar­cati, 37 mila sono stati sdoganati anticipata­mente. Prima il pre-clea­ring avveniva soltanto con i porti dei paesi non esteri o extracomunitari, specialmente con l'Egit­to, la Francia, la Grecia e la Spagna; nei mesi succes­sivi hanno invece iniziato a farne richiesta anche i porti nazionali. "Questa tecnologia è stata pensa­ta per garantire la sicu­rezza della navigazione per fini commerciali. Gli operatori portuali e gli addetti ai lavori sono en­tusiasti e pronti a chiede­re ulteriori implementa­zioni del sistema, come l'estensione anche nel caso in cui la nave faccia uno scalo intermedio. È in corso uno studio per cercare di accontentare questa richiesta", con­clude Cavarra.

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