LO SCHIANTO di un traghetto su un corpo semisommerso, l’apertura di una falla sullo scafo, lo sviluppo di un incendio, feriti a bordo da evacuare, specchio acqueo da salvaguardare dall’inquinamento. Non è la cronaca di un disastro ma di un’esercitazione per essere pronti a scongiurare il primo. Si è svolta ieri nella rada esterna del golfo, coordinata dalla Capitaneria di porto. In mare uomini e mezzi di Guardia Costiera, Vigili del Fuoco, Polizia, Guardia di Finanza, 118, oltre quelli delle società Michelini – che ha messo a disposizione l’unità-laboratorio – e Castalia, col mezzo per le boniche. «Pianificata nei dettagli nel corso di tavoli tecnici tenutisi in Capitaneria - spiega il comandante Francesco Tomas - l’esercitazione è stata finalizzata ad implementare le procedure di cooperazione tra le autorità e soggetti coinvolti in caso di emergenze in mare con presenza di feriti e concomitanti emergenze tecnico-ambientali: incendio, abbandono nave, attività di contenimento e bonifica degli inquinanti. Un test importante per traguardare le migliori sinergie fra le varie componenti operative in mare e nei soccorsi. Il bilancio è positivo». L’esercitazione, che ha seguito altre analoghe avvenute negli anni scorsi, arriva 10 anni dopo un naufragio vero: quello della nave Margaret, nella notte di tregenda fra il 4 e 5 dicembre 2005. Perse l’ancoraggio è andò a schiantarsi contro la diga. Tutti i salvi i 13 componenti dell’equipaggio recuperati dall’elicottero della Guardia Costiera. Bonifica a razzo dal mare. E promesse disattese dal capo della Protezione civile: «Entro tre mesi il relitto sarà rimosso». Invece è sempre lì. A ricordare la tragedia scampata e le operazioni da manuale coordinate dall’allora comandante della Capitaneria Giovanni Pettorino

20/11/2015 La Spezia

LO SCHIANTO di un traghetto su un corpo semisommerso, l’apertura di una falla sullo scafo, lo sviluppo di un incendio, feriti a bordo da evacuare, specchio acqueo da salvaguardare dall’inquinamento. Non è la cronaca di un disastro ma di un’esercitazione per essere pronti a scongiurare il primo. Si è svolta ieri nella rada esterna del golfo, coordinata dalla Capitaneria di porto. In mare uomini e mezzi di Guardia Costiera, Vigili del Fuoco, Polizia, Guardia di Finanza, 118, oltre quelli delle società Michelini – che ha messo a disposizione l’unità-laboratorio – e Castalia, col mezzo per le boniche. «Pianificata nei dettagli nel corso di tavoli tecnici tenutisi in Capitaneria - spiega il comandante Francesco Tomas - l’esercitazione è stata finalizzata ad implementare le procedure di cooperazione tra le autorità e soggetti coinvolti in caso di emergenze in mare con presenza di feriti e concomitanti emergenze tecnico-ambientali: incendio, abbandono nave, attività di contenimento e bonifica degli inquinanti. Un test importante per traguardare le migliori sinergie fra le varie componenti operative in mare e nei soccorsi. Il bilancio è positivo». L’esercitazione, che ha seguito altre analoghe avvenute negli anni scorsi, arriva 10 anni dopo un naufragio vero: quello della nave Margaret, nella notte di tregenda fra il 4 e 5 dicembre 2005. Perse l’ancoraggio è andò a schiantarsi contro la diga. Tutti i salvi i 13 componenti dell’equipaggio recuperati dall’elicottero della Guardia Costiera. Bonifica a razzo dal mare. E promesse disattese dal capo della Protezione civile: «Entro tre mesi il relitto sarà rimosso». Invece è sempre lì. A ricordare la tragedia scampata e le operazioni da manuale coordinate dall’allora comandante della Capitaneria Giovanni Pettorino

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