«RELATIVAMENTE tranquilla», così il procuratore
capo Mario Paciaroni ha definito, davanti alla commissione
parlamentare, la situazione in provincia della Spezia a riguardo dei reati
ambientali. Un solo riferimento generico a due casi sospetti di traffici
illeciti di rifiuti «di cui però abbiamo subito investito la procura
distrettuale»: la vicenda di Pietralba e l'altra ancora top secret. Per il
resto «abbiamo una quarantina di infrazioni per abbandono di rifiuti che non
vengono bonificati o sistemati in seguito all'ordine dei sindaci; sono sette/otto infrazioni per sostituto, che
vengono subito definite con decreto penale di condanna». La commissione ha
voluto approfondire in maniera particolare il tema della spedizione illecita
di rifiuti in transito dal porto. Il procuratore ha riferito: «Qualche segnalazione
proviene dall'Agenzia delle dogane, che è molto attiva, molto professionale e
agisce quasi sempre di comune accordo con la Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto,
Corpo forestale dello Stato e con l'Arpal». Di cosa si tratta? «Essenzialmente di motori, parti di motori
maleodoranti e in parte pericolosi, rottami ferrosi, di alluminio, destinati
normalmente al Nord Africa». I sequestri si risolvono, però, in un problema:
di spazi occupati in porto e di costi di gestione. Di qui il recente
disciplinare - sottoscritto con il direttore della Dogana Elvio La Tassa -
secondo il quale, tranne che nel caso in cui si tratti di rifiuti pericolosi,
la dogana non effettua sequestro preventivo e tutto viene affidato in custodia
giudiziale allo speditore, con l'ordine della bonifica prima di procedere alla spedizione. Dei casi più eclatanti
ha parlato La Tassa: «La scoperta, insieme alla Capitaneria di Porto di più di 400 tonnellate di rifiuti in porto: un'inchiesta poi sviluppata dalla Procura Antimafia di Milano. Secondo poi il filo delle informazioni raccolte dall'intelligence portuale e dopo il fermo all'aeroporto di Fiumicino di un turco con 28 mila euro in contanti, il mese scorso la Dogana della Spezia, su delega della procura antimafia di Roma, ha sequestrato nell'Agropontino 2500 tonnellate di rifiuti.