OLTRE ventisei chili di muscoli sequestrati, e quattro chili di pesce di altra specie, in un noto ristorante di Monterosso. È quanto emerso dai controlli congiunti della Capitaneria di Porto di Levanto e dell'Asl spezzina, quindi della struttura complessa di Sicurezza alimentare, negli esercizi commerciali di ristorazione del borgo delle Cinque Terre per verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e di rintracciabilità degli alimenti con particolare attenzione ai prodotti ittici. E così è finito nei guai un ristoratore monterossino perché all'interno del suo locale i militari e gli ispettori dell'Asl hanno accertato alcune irregolarità nella conservazione, nello specifico 20 chili di pesce, dei quali 26 di molluschi, erano conservati privi della necessaria documentazione di rintracciabilità. In sostanza, erano privi di etichetta, quindi erano di dubbia provenienza, così sono stati posti sotto sequestro. Ok invece le condizioni igienico-sanitarie del locale, ma il titolare del ristorante dovrà pagare cara questa irregolarità di conservazione del pescato: per lui una sanzione amministrativa di 2.500 euro, mentre ammonta a 3.500 euro la multa agli altri soggetti coinvolti nella filiera della pesca. Le ispezioni della guardia costiera e dell'Asl spezzina sono iniziate da diversi mesi e proseguiranno per tutto il periodo estivo, al fine di garantire la tutela e la salute dei consumatori, il rispetto delle norme in materia alimentare e di salvaguardia degli stock ittici, per contrastare la vendita e la somministrazione di pesce non rintracciabile. «I mitili, soprattutto, - spiega il direttore della struttura complessa di Sicurezza alimentare dell'Asl 5, Mino Orlandi - devono risultare di provenienza certa, anzi chi li somministra deve conservare l'etichetta per almeno 60 giorni, tempo massimo di incubazione di un'eventuale epatite. Purtroppo i trasgressori non mancano. I ristoratori devono inoltre possedere i documenti commerciali per accertare la provenienza certa del pescato, e i molluschi devono essere conservati in frigo, non devono essere bagnati successivamente alla depurazione e non devono essere confusi con altri pesci. Chi li compra nelle pescherie, dopo essere inseriti nelle apposite pulitrici, devono essere consumati entro 24 ore». Sintetiche ed efficaci indicazioni sia per i consumatori che per i titolari di attività di ristorazione per non andare incontro a spiacevole sorprese, sia di natura medica che di natura amministrativa: le sanzioni per i ristoratori sono, infatti, alquanto salare, e i controlli degli ispettori di certo non mancano».