Un'estate movimentata, e non da un afflusso eccezionale di turisti, sulle spiagge di Marinella. Dopo le indagini sugli sconfinamenti degli stabilimenti balneari nelle spiagge libere del litorale, ieri mattina agenti della polizia municipale e uomini dell'ufficio Marittino della Capitaneria di Porto, coordinati dal comandante Giuseppe Palazzolo, sono tornati sul litorale con metri e macchine fotografiche. Nel mirino i chioschi delle spiagge libere attrezzate da anni al centro di un contenzioso con il Comune di Sarzana per alcune opere edilizie rea-. lizzate senza autorizzazione. Le ordinanze di demolizione avevano innescato un lunghissimo braccio di ferro che si è concluso solo poche settimane fa con la sentenza della Cassazione che rigetta i ricorsi dei balneatori e conferma gli abusi. Sentenza che obbliga il Comune a far rispettare le ordinanze emesse. Per dar corso alle disposizioni dei giudici, e quindi "alla demolizione delle opere abusive, l'amministra zione ha chiesto accertamenti a municipale e Guardia Costiera che ieri hanno cominciato le verifiche.
Sopralluoghi congiunti per verificare la situazione dei bagni protagonisti della controversia. Lo scorso anno alcuni avevano già demolito gli abusi e quest'anno hanno potuto continuare l'attività installando chioschi provvisori sul terreno privato grazie a un'autorizzazione temporanea rilasciata dal Comune. In altre spiagge, tra cui Maestrale e Grecale, sono rimaste invece in piedi le opere contestate che ora dovranno essere demolite. «Non è detta l'ultima parola dichiara però l'avvocato dei balneatori Alberto Antognetti — Ho trovato il modo per fare un nuovo ricorso in cui chiederò la revocazione dell'ordinanza». Il braccio di ferro dunque potrebbe continuare finché il piano spiagge non metterà davvero ordine sul litorale.
Intanto prosegue anche l'indagine dell'Ufficio locale marittimo Foce del Magra e della polizia municipale sugli «sconfinamenti» degli stabilimenti balneari fatti in base a una delibera della giunta comunale ritenuta poi illegittima e ritirata senza che venissero rilasciate le necessarie autorizzazioni. Il blitz dei giorni scorsi ha ripristinato il tratto di spiaggia libera sparita» davanti all'Hotel Rondine, ma le indagini sono tutt'altro che chiuse. «Non è facile valutare con certezza gli abusi — spiega il comandante Giuseppe Palazzolo — perché nelle autorizzazioni comunali non sono specificate le misure delle spiagge demaniali concesse in uso, in particolare l'ampiezza del fronte mare. Non abbiamo trovato indicazioni neppure sulle dimensioni della spiaggia libera. L'unica certezza nel Rondine è che era stata tutta occupata ma è difficile accertare l'entità dell'abuso commesso».