IMPERIA -  Conclusa l'operazione "reti fantasma": 100 metri e 50kg di rifiuti costituiti da reti da posta sono stati rimossi dai fondali marini vicini il "Pilone di Cervo" nelle acqua di Imperia.

Un'attività ambientale organizzata dalla Guardia Costiera di Imperia con il supporto del reparto operativo della Direzione Marittima della Liguria, del V nucleo sommozzatori di Genova, di un peschereccio locale e dei sub dell'associazione sportiva dilettantistica "Informare". Le complesse attività di recupero hanno occupato uomini e mezzi nautici delle Capitanerie di Porto per ben due giorni.

Il Capitano della Capitaneria di Porto di Imperia ha voluto sottolineare: "Ogni anno vengono purtroppo abbandonate o disperse accidentalmente in mare svariate tonnellate di reti ed altri attrezzi da pesca che, se non recuperati, continuano a "pescare", 24 ore su 24, rappresentando una seria minaccia per la vita marina e per l'ambiente. Queste attrezzature, infatti, provocano la cattura passiva di pesci e di altri animali come tartarughe e mammiferi marini, che vi possono rimanere intrappolati, per non parlare dei possibili danni cagionati all'ecosistema marino ed agli organismi bentonici, nonché dei pericoli che tali reti possono costituire per la sicurezza dei subacque."

24/09/2021 Imperia

IMPERIA -  Conclusa l'operazione "reti fantasma": 100 metri e 50kg di rifiuti costituiti da reti da posta sono stati rimossi dai fondali marini vicini il "Pilone di Cervo" nelle acqua di Imperia.

Un'attività ambientale organizzata dalla Guardia Costiera di Imperia con il supporto del reparto operativo della Direzione Marittima della Liguria, del V nucleo sommozzatori di Genova, di un peschereccio locale e dei sub dell'associazione sportiva dilettantistica "Informare". Le complesse attività di recupero hanno occupato uomini e mezzi nautici delle Capitanerie di Porto per ben due giorni.

Il Capitano della Capitaneria di Porto di Imperia ha voluto sottolineare: "Ogni anno vengono purtroppo abbandonate o disperse accidentalmente in mare svariate tonnellate di reti ed altri attrezzi da pesca che, se non recuperati, continuano a "pescare", 24 ore su 24, rappresentando una seria minaccia per la vita marina e per l'ambiente. Queste attrezzature, infatti, provocano la cattura passiva di pesci e di altri animali come tartarughe e mammiferi marini, che vi possono rimanere intrappolati, per non parlare dei possibili danni cagionati all'ecosistema marino ed agli organismi bentonici, nonché dei pericoli che tali reti possono costituire per la sicurezza dei subacque."

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