Veduta Fotografica

          Gaeta, che secondo la tradizione raccolta da Virgilio trae il nome da Cajeta (nutrice di Enea) la quale su questi lidi avrebbe avuto sepoltura: "Tu quoque littoribus nostris Aenetia nutrix Aeternam moriens famam Caieta dedisti" (Eneide, VII, 1-2) o secondo il colto Strabone, fa derivare invece il nome di Gaeta dalla voce dorica Kaiàdas  o  Kaiètas (cavità) in riferimento alle fenditure e grotte che si aprono nella costa,  ha da sempre rivestito un' interesse cruciale nelle vicende politiche, commerciali e culturali italiane ed europee.

         La Repubblica Marinara di Gaeta nasce nell'875, anno in cui il Ducato di Gaeta, sotto Marino I^
(il secondo della dinastia degli ipati), iniziò a coniare una propria moneta: il "follaro".

         Questo avvenimento dotò la città di un'indipendenza di fatto, e unitamente alla libertà di navigazione ed al fiorente commercio marittimo, la rese Repubblica Marinara.

         Il porto veniva considerato luogo strategico per tutte le attività commerciali ed economiche, cuore pulsante per gli scambi.

         All'epoca del suo massimo splendore, la repubblica di Gaeta intratteneva commerci con le più importanti città italiane, le navi arrivavano fino a Costantinopoli ed in Siria ed aveva numerosi consolati in Barberia (attuali Libia, Tunisia, Algeria e Marocco).

         Dopo la fine dell'indipendenza continuò a commerciare olio e grano con Roma, Corneto, con la Sicilia e con la Sardegna.

         Gaeta fu Repubblica Marinara fino al 1140 quando il ducato fu annesso nel Regno di Sicilia.

          Vari fattori concorsero a garantire alla città un ruolo primario, anzitutto la superba collocazione geografica e l'efficienza delle strutture portuali.

          In tale contesto fin dall'antichità è stata avvertita la necessità di affidare la sicurezza e l'ordine dei porti a speciali autorità appositamente costituite.  

          L'importanza di un'Autorità Marittima fu sentita  anche nel Ducato di Gaeta che, in seguito alla  caduta  dell' Impero Romano d'Occidente e dopo essere stato sotto il dominio di  Bisanzio,  si costituì in ducato indipendente governato da Ipati, i quali crearono le loro fortune trafficando  con l' Oriente.

          Dal porto di Gaeta il 24 giugno 1571, la flotta pontificia (sotto il comando dell'ammiraglio Marcantonio Colonna), salpò per raggiungere il resto della flotta cristiana (comandata da don Giovanni d'Austria) per combattere contro
i Saraceni.

          La navigazione all'interno dell'area portuale è sempre stata oggetto di regolamentazione, come risulta dagli antichi statuti di cui il principale è sicuramente il Codex Diplomaticus Cajetanus.

          Era vietato gettare in mare zavorre e rifiuti di qualsiasi tipo, soprattutto quelli di scarto;

          I moli dovevano rimanere sgombri e puliti per poter garantire sempre la massima efficienza nelle operazioni di carico e scarico delle merci. 

 

         Data la rilevanza  nevralgica del  Porto di  Gaeta, Ferdinando  I°,  con  ordinanza del 1°Ottobre 1818, classificò  il  Porto  di  Gaeta  di  II^ classe.

         Lo stesso era retto da ufiziali  subalterni  aggregati  del  Corpo  di  Guerra della  Real  Marina  e, come  si  evince  dal:
"Ruolo de' Generali ed Uffiziali attivi e sedentanei del Reale Esercito e dell'Armata di Mare di Sua Maestà il Re del Regno delle Due Sicilie"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il  Capitano del Porto di Gaeta  dal 10 Marzo 1853 fu l' Alfiere di Vascello   D. Luigi Cardona.

          In quell'epoca, nel Borgo di Gaeta si erano affermate fiorenti industrie marittime tenute in alta considerazione per l'intensa attività svolta ed erano molto apprezzate per la specifica capacità delle maestranze, e in tal contesto vitale importanza la rivestiva la Scuola Nautica del borgo.

          La scuola aveva lo scopo di impartire l'istruzione professionale ai giovani del luogo e non, che intendevano avviarsi alla professione marittima di Capitano per il piccolo Cabotaggio.

          Con la caduta del Governo Borbonico la scuola cessò di funzionare e soltanto nel 1864, per iniziativa del  Capitano  del  Porto  di allora,  fu possibile dar vita ad una scuola a carattere privato, che iniziò la sua attività presso i locali della Capitaneria di Porto per essere trasferita, l'anno successivo,  in locali più capaci concessi dal Comune.

          L'unificazione del regno fece  tabula rasa  degli  ordinamenti vigenti,  ed ancor prima della istituzione della Capitaneria di Porto, con R.D. del 30 Giugno 1861/171, il servizio del porto e delle spiagge venne affidata alla Luogotenenza del Porto di Gaeta con sede nel Bastione Borbonico denominato "Poterna", sorto sulle originarie fortificazioni spagnole e dove tuttora si trova.

        Il personale addetto alla Luogotenenza era composto da un Pilota e due Guardiani di Porto, di cui uno per Mola di Gaeta.

 

 

 

          Con il R.D. 20 Luglio 1865 n. 2438,  fu operata la fusione dei Porti con i Consolati di Mare con l'istituzione di un unico Corpo di impiegati civili con la denominazione di Corpo delle Capitanerie di Porto, dipendente dal Ministero della Marina, al quale furono affidate mansioni tecniche ed amministrative.

           La Capitaneria di Porto di Gaeta aveva competenza  dal confine romano a Mondragone incluso e l'isola di Ponza con uffici dipendenti a Formia, Mondragone e Ponza.

           Il personale era composto da un Capitano di Porto di III^ classe, un Ufficiale di Porto di II^ classe, un Guardiano di Porto di I^ classe ed uno di II^ classe, due marinai di II^ classe, un inserviente fisso e due amanuensi.

          Il materiale galleggiante assegnato era una barchetta a 2 remi e per le spese d'Ufficio la somma fissa disponibile era di Lire 350.

 

          Successivamente con i RR.DD. 840/1932 e 2166/1935 venivano modificate le circoscrizioni territoriali delle Direzioni Marittime del Lazio e di Napoli per cui la giurisdizione litoranea della Capitaneria di Gaeta posta sotto la "Direzione Marittima del Lazio", veniva stabilita "dalla Torre Gregoriana esclusa al Garigliano".

          Ad essa apparteneva inoltre l'Ufficio Marittimo di Formia, le delegazioni di spiaggia di Sperlonga e Minturno(già Traetto) e successivamente anche l'Ufficio Marittimo di Ponza.

          Con il D.P.R. 18/01/1988 n.87 la competenza territoriale della Capitaneria di Porto di Gaeta subì ulteriori modifiche e fu estesa dal Comune di S. Felice Circeo incluso al fiume Garigliano comprese le Isole Ponziane e gli scogli vicini.

          In seguito all'emanazione del D.P.R. 13 febbraio 2012 n. 37, recante l'adeguamento della tabella relativa alla circoscrizione territoriale dell'Autorità Marittima di Gaeta ha incluso tutti i comuni della Provincia di Latina, nonché tutti i comuni della Provincia di Frosinone, nella giurisdizione litoranea del Compartimento Marittimo di Gaeta, rendendo così l'intero arco costiero della provincia di Latina un'entità unica.

          In particolare, la novellata riconfigurazione evidenzia che la giurisdizione litoranea di competenza del Compartimento Marittimo di Gaeta è composta da:

-           comuni della Provincia di Latina                      Nr            33;

-           comuni della Provincia di Frosinone               Nr            91;

-           litorale e costa (comprese Isole Ponziane)    Km        197.

         Le molteplici e variegate articolazioni sulle quali si fonda il Compartimento Marittimo di Gaeta (n° 3 Uffici Circondariali Marittimi, n° 4 Uffici Locali Marittimi, n° 4 Delegazioni di Spiaggia, n° 1 Seziomare), assumono connotati e consistenza che sono commisurati alla vastità del territorio, alle attività marittime ed economiche che ivi si svolgono ed ai relativi bacini d'utenza, presupposti, questi, che costituiscono un evidente "patrimonio" delle comunità locali, e dei relativi enti di funzione, collegate da elementi di comunanza e complementarità.